ROBERTA CONI presso IL MUSEO PROVINCIALE di BELLE ARTI HUBEI DACHU ART WUHAN CINA

 a cura di Maria Laura Perilli e della Galleria Triphè

(ottobre - novembre 2013)

 
Vorrei  evitare di considerare l'opera di Roberta Coni come una semplice parafrasi del celebre poema  dantesco. Penso che il suo elaborato artistico sia, in realtà ,un incontro di anime tra due artisti che hanno saputo tradurre le loro emozioni,  l' uno nella scrittura l'altra nella pittura ,a distanza di secoli. Quando le energie dell'anima sono  forti ,da non riuscire ad essere contenute , unica soluzione è sprigionarle attraverso differenti percorsi emotivi. Una  scarica elettrica ha attraversato la mente ed il corpo dell'artista, a tal punto, da esprimersi  in un intreccio di corpi ,urla disperate,anime dannate. L'anima dell'artista e i suoi strumenti,colori,pennellate,hanno seguito il ritmo delle urla disperate delle anime straziate dal peccato e hanno preso forma ;Roberta Coni ha tenuto il ritmo di queste masse intrecciate, stremate ,grondanti di sudore, stanche nel loro prevaricarsi l'una sull'altra,accompagnandole in questo loro infinito dilaniarsi, quasi a  soccorrerle . L'artista non si esime  dal partecipare a questa sofferenza e la si intravede ,anche lei ,sofferente,tra le anime dannate.
Quello di Roberta Coni sembra uno slancio di accoglienza,quasi di perdono;in fondo,chi,non ha mai peccato o incontrato lungo la sua vita  Superbia,Avarizia,lussuria,Invidia,gola,Ira ,Accidia!?
 Vengono incontro con forza e senza freni , dalle loro bocche sembra fuoriuscire il tagliente urlo di Satana ed il flebile, quasi ormai assente respiro speranzoso di un'anima perduta che rimpiange  la sua passata  innocenza!Questi corpi sono come i tasti di un pianoforte,i musicisti in un'orchestra e l'artista il direttore;la loro angoscia,quasi incontenibile, va gestita e   plasmata.  Roberta Coni  con i suoi  sfondi neri li lascia danzare in uno spazio senza fine ,per donar loro un anelito d'aria che il peccato,sempre presente, gli strapperebbe ; per donare loro uno slancio di libertà e per concedere anche allo spettatore, rendendolo partecipe, il potere di decidere come il burattinaio dei suoi pupazzi.  Perchè, l'artista, non chiude il cerchio, difronte agli occhi dello spettatore?  Perchè, lo rende partecipe?   Perchè  non delimita i confini dei suoi dipinti?  Perchè il perdono è cristiano ,ma rimane pur sempre a discrezione di chi guarda; chi è   costui? Lo spettatore,  colui che ha subito le conseguenze delle azioni peccaminose di quelle genti ,di quei corpi dilaniati e può decidere che farne ; se deciderà per la vendetta sarà anche lui come un ragno che tesse la tela, imprigionato, in quella rete, in quel groviglio di corpi dilaniati ?..e allora ,non vedrà più la beatitudine,non incontrerà più la sua Beatrice. Se così fosse il viaggio di Roberta Coni finirebbe ; al contrario , questo è solo l'inizio di un cammino.
Potrei definire quello di Roberta Coni un lungo viaggio,di cui questo, rappresenta un primo punto d'arrivo. Il peccato, da anni, è tematica cara all'artista ;basti pensare ad opere come il
Mea culpa, che hanno segnato l'interesse della Coni per l'animo umano .D'altronde ciascuno cerca la beatitudine a proprio modo,ognuno addolcisce l'anima con i suoi personali strumenti ; la Coni lo fa attraverso la pittura.
Il suo percorso ,in questi anni ,è stato un continuo crescendo ,in termini contenutistici prima, tecnici poi.I suoi lavori esprimono tutta la potenza e carica artistica ed emotiva che la contraddistingue nel panorama dei giovani di oggi. La sua pittura ha tutti i connotati per imporsi sul piano internazionale ,e si impone preponderante con i suoi toni,le sue luci ,citazioni colte di  maestri come Caravaggio ,  Rembrant , rielaborate con  un suo  personalissimo ed unico linguaggio. La  capacità di Roberta Coni è di dare leggerezza a questi corpi raggomitolati in uno spazio buio infinito. Si ammassano l'uno sull'altro ,mentre come fendenti le mani penetrano la carne, per aggrapparsi ,per non allontanarsi e condividere la sofferenza.  Dilaniati  aleggiano, insieme,come nuvole di carne nello spazio . In questo profondo buio ,dall'alto cala una luce che illumina le anime, intente nel loro processo catartico ,a cercare  la salvezza. Lo sfondo scuro  ,sostituisce la visione descrittiva dello spazio circostante ,procedendo in modo irrituale, a differenza di altri illustratori
come  un Aligi Sassu, un Gustavo Dorè.  L'operazione artistica della Coni ,al contrario,  è dissonante;opera un azzeramento eliminando il superfluo e focalizzando l'attenzione sullo spirito e sul suo anelito di salvezza .
Maria Laura Perilli

I would like to avoid considering the work of Roberta Coni as a simple paraphrase of the famous poem by Dante.  I'd rather look at it as a meeting of souls - two artists, if separated by centuries in their endeavours, expressing their emotions - Dante in writing, Coni in painting.   When emotions can no longer be contained, the artist will channel them through a creative process.

Roberta Coni experienced an outburst of emotions that affected her mind and body, and gave birth to a series of images reflecting the torment of the damned. Her brush strokes and their colors follow the rhythm of the desperate cries of the tortured souls - their tangled bodies, exhausted, dripping with sweat seem to draw from one another whatever energy is left.  The artist does not hesitate to take part in this suffering - she, too, enters the tortured territory.

What Roberta Coni seems to convey is not just the understanding of sin, but also of forgiveness. After all, who on the path of life has not sinned or encountered Pride, Avarice, Lust, Envy, Gluttony, Wrath and Sloth?

The damned rush around with force - out of their mouths escape the sharp cry of Satan and the faint breath of a lost soul aware of its past innocence! These bodies are like the keys of a piano,or the musicians in an orchestra, led through and controlled by their artist- director. Roberta Coni shapes their anguish and leads these tortured souls in a dance against a black background in a space without end.  And yet, she bestows upon them a gasp of air, a tear that the ever present  sin would have taken away for good.  This hint of freedom is an invitation to the viewer to decide their ultimate fate. Coni does not conclude this tortured interval, instead she invites the spectator turned puppeteer to pull the strings.  Why? If forgiveness is a Christian phenomenon, who is to grant it?  If the viewer who has witnessed the consequences of the sinful actions of those people decides to punish them instead, he will be like a spider imprisoned in its web, a part of that tangle of the mangled bodies... He will no longer experience the bliss, he will never meet his Beatrice.  This open ended statement reflects Coni's own creative road at the point of an arrival of sorts.
Sin, for years, has been the subject dear to the artist.  "Mea Culpa" reflects Coni' s interests in the human soul. While we all seek bliss through our own devices, Coni does it through painting.


Her creative path, in recent years, has been a continuous crescendo, first in terms of content, then in technique. Her works carry the artistic power and emotional charge non common among today's youth. She has successfully entered the international stage speaking the visual language of her own if inclusive of erudite citations by masters like Caravaggio or Rembrandt.

In the "Inferno", the visual language of Roberta Coni gives lightness to the bodies huddled in a dark space of infinity. Piled up,  their hands penetrating the flesh as if to cling together and share the suffering. They flutter together as carnal clouds in space. And yet, out of this deep darkness, a ray of light illuminates the scene, intent to assist the souls in their cathartic process to seek salvation. The dark background replaces the descriptive rendering of the surrounding space favoured among others by AligiSassu or Gustave Dore. Roberta Coni, on the other hand, eliminates the superfluous and focuses on the soul and its yearning for salvation.

Maria Laura Perilli

Artista:
Roberta Coni
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Roberta Coni (Cina)

Roberta Coni

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