Lucia Zei

"La forza dei legami ai valori figurativi..."

  

In un piccolo ma prezioso manuale per leggere una scultura, Maurizio Chelli afferma che essa è "L'espressione a1tistica che più si avvicina alla realtà per il suo carattere tridimensionale e nasce dalla litolatria, l'adorazione della pietra praticata dagli uomini primitivi che in essa vedevano delle immagini cui in seguito avrebbero dato corpo". Sta di fatto che, attraverso i secoli, la scultura, con una varietà e diversificazione del mondo delle forme, ha sottolineato Simboli , Astrazioni.
Duplicazioni del reale. ln questo vasto ambito Lucia Zei, giovane e promettente scultrice aretina, ha scelto con forza e coraggio ed in un certo senso controcorrente, la via della figurazione. Un orientamento che impone alla Zei, come conseguenza, la conduzione di una personale battaglia a difesa della sua scelta; tutto a dispetto di quei detrattori che, vuoi per inconfessabile incapacità, vuoi per seguire facili mode o per una visione miope ed unilaterale, non aperta indistintamente a tutte le espressioni e tecniche artistiche, si ostinano a considerm·e i valori figurativi relegabili su un binmio morto e non più adatti ad esprimere il segno dei tempi.
Le tensioni spirituali dell'artista trovano potente concretezza in sculture la cui m"ticolazione volumetrica esprime una forza plastica capace di :infondere nell'inerte materiale d'origine una vitali tà dirompente. Si susseguono figure come i pattinatori, le ballerine, le atlete con l'asta colte magistralmente nell'istante dell'estrema tensione. n loro movimento fa emergere l'insieme delle linee forza che, distribuite secondo diagonali dinamiche, centrifugano gradualmente, operando il coinvolgimento dello spazio circostante e piegandolo alle esigenze dei soggetti rappresentati. La Zei enfatizza il complesso delle contorsioni che le figure impongono alla loro corporeità, sottolineandone energicamente anatomia e gestualità.
L'uso del valore figurativo diviene per l'artista occasione e volontà di recupero, in chiave nuova, di quell'antica grammatica negletta e dimenticata, senza la quale l'uomo, aulocondizionatosi spesso ad un perenne ed inconcludente movimento, ad una vita ad alta velocità è sempre più incapace di leggere e recuperare i tempi della meditazione connessi ad attività sublimi, cariche di spiritualità, antitesi ed antidoto all'efficientismo di un tempo troppo secolarizzalo. "L'uomo distratto" è stimolato dalla Zei con valori ed immagini storiche; aJlora al mondo delle Aùete e delle Ballerine fanno seguito le ritualità antiche della sua terra, con i Cavalieri alla giosu-a del Saracino o i Grifoni Alati che, per la trattazione della materia, riportano alla mente l'etrusca Chimera d'Arezzo; qui lo stile "si caratterizza per il contrasto tra realismo ed astrazione ... l'interpretazione è di tipo dinamico", infatti i muscoli e le fattezze dell'animale sono rappresentati in uno stato di contrazione che è il preludio ad uno scatto aggressivo. Se la materia, in tutte queste opere, è trattata con forza, dinamicità, scruti improvvisi, nel caso della maternità il complesso delle linee di tensione scultoree sembra allentru·si; diviene più sinuoso, morbido, creando un'atmosfera di tenera pacaLezza e serenità che ben sottolinea il tempo della dolce attesa. Un tempo che, attraverso i secoli, per ogni donna è sempre stato una personalissima storia a sé, costantemente diversa, tanto quanto i volti e le fattezze di ogni essere vivente.

Maria Laura Perilli

Artista:
Lucia Zei
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