Tonino Caputo

Cortona: 1 maggio - 31 maggio 2009

 

 Gli ultimi lavori informali di Tonino CAPUTO sono la quadratura di un cerchio che, considerato l’alto spessore del suo fare artistico, è ‘sui generis’, poichè sicuramente aperta a future, nuove e sorprendenti sperimentazioni. La sua attenzione per l’informale risale agli anni ‘50 ed è un’esperienza controcorrente! Segni, macchie di colore si distendono su delle impercettibili rugosità che sono parte del suo DNA: le rugosità del tufo della sua Lecce che risalgono dagli strati più profondi dell’inconscio. Il suo dripping, poi, solo all’apparenza disordinato ed incontrollato, rivela studi di architettura che imprimono alla sua gestualità nascoste geometrie. E’ una pittura che pare voler confermare il pensiero di Henry Miller: ‘disordine è parola inventata per indicare un ordine che non si capisce’. Un lavoro informale che fa trasparire dall’alto una sorta di articolazione urbana: trame, segni e linee si susseguono rendendo dinamico il piano della tela, superandone i margini alla conquista di spazi sempre più ampi. La maturità raggiunta dall’artista in questa direzione si fa manifesta specie nei lavori di piccolla dimensione dove lo spazio è conquistato, controllato.  Un approdo, questo, che riporta alle parole di Manessier: ‘il non figurativo mi sembra oggi l’unico stile che permette alla pittura di riprendere contatto con la realtà; mediante l’essenza della realtà e dello spirito si può risalire alla natura e ai suoi principi informatori, cioè a  Dio’.  Ma Caputo, da artista completo, maturo e coerente con il suo percorso di ricerca, non ha mai tralasciato l’esoerienza figurativa. Se nell’informale è possibile ritrovare ipotesi di trame urbane, con l’esperienza figurativa ci offre paesaggi urbani pervasi dalla poetica del silenzio.  Le sue New York sono quasi sospese, sipari in attesa di alzarsi, corpi impenetrabili oltre i quali il pensiero ti porta a fantasticare. L’artista con una sorta di fermo immagine libera lo spazio urbano dalla folla solitaria spingendo a riflettere sul vero significato del luogo urbano: creato per facilitare la aggregazione umana  e non certo per ospitare esseri, non comunicanti, in perenne movimento.

 

Maria Laura Perilli

 

Artista:
Tonino Caputo
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